mercoledì 19 settembre 2012

The skeleton key, Iain Softley


Titolo originale: The skeleton key

Anno:2005

Durata: 104 min.

Oh, che film bizzarro.

Dunque, trattasi della storia di Caroline Ellis (Kate Hudson), aspirante infermiera che si mantiene lavorando in un hospice. Stanca di questo ambiente di lavoro risponde ad un annuncio su un quotidiano e viene assunta dalla famiglia Deveraux . Qui dovrà assistere il signor Ben Deveraux (John Hurt, un cognome un programma), colpito da un ictus il mese prima e vivrà nella sua casa, con lui e la moglie, Violet Deveraux (Gena Rowlands). Col tempo inizierà a nutrire dei sospetti sulla vera natura dell'ictus di Ben e comincerà a sospettare che Violet ne sia coinvolta.

In pratica, però, il vero tema del film è l'hoodoo, una forma di magia popolare realmente esistente e diffusa in particolare tra gli abitanti afroamericani del sud degli Stati Uniti. (Da non confondere con il Vudù haitiano che è una religione vera e propria.)

E quindi il primo Maripensiero è: Evvvvai!

Idea nuova, originale, ben resa, interessantissima! Bravo, Softley.

Rettifico, la sceneggiatura è di Ehren Kruger. E anche qui, se ti chiami Kruger l'associazione con KruEger, quello con gli artiglioni d'acciaio che ti uccide mentre dormi, è d'obbligo. E se sempre tu che ti chiami come Freddy hai anche sceneggiato The Ring e The Ring 2, io parto che già mi stai simpatico.
 

Cosa ho amato di questo film:

  • I grandi classici, che qui sono ben presenti in una quantità perfetta, né troppo né troppo poco. Quali classici? Porte che sbattono, luci che si spengono, scale che cigolano, la musica che sale con la tensione. Fanno sempre il loro dovere, quando non sono esagerati.
  • Peter Sarsgaard e Kate Hudson. Lui (che nel film interpreta il notaio della famiglia Deveraux) arriva da altri horror, e si vede. [Era il papà adottivo di Esther in 'Orphan'] Lei no, tutta commedie sentimentali e grandi amori, una su tutte 'Come farsi lasciare in 10 giorni'. Non so se rendo l'idea, non le avrei dato fiducia nemmeno a pagamento. Invece mi è abbastanza piaciuta. Belli e bravi.
  • I numerosi riferimenti alle chiavi. Inquadrature dal buco della serratura, momenti statici quando si aprono e chiudono le porte..ma d'altronde, se il film si chiama 'The skeleton key'..
  • Quando Caroline entra nella stanza dell'hoodoo trova un libro e un vinile. Libro e registrazione? Solo io colgo la citazione de 'La casa'?
  • La ricostruzione degli avvenimenti successi nella casa nel passato. È frenetica, in un bianco e nero che si alterna al colore che è una favola. Anche in questo caso, una splendida idea.
  • Il finale! Mamma il finale! Non posso dire altro, ma MAM.MA.IL.FI.NA.LE.
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L'uso di un personaggio malato che cerca di comunicare il problema della casa e di farsi aiutare è una bella idea e John Hurt sembra davvero sofferente, un bravo attore che non conoscevo e che ora mi studierò meglio. E il modo in cui comunica, dato che non può parlare, è un'altra bella idea.
 
 
 
 

La location è una delle mie preferite tra quelle dei film che ho visto finora. Il film è ambientato in una casona gigante di quelle che desidero per il mio futuro. 30 stanze, 30. All'arrivo di Caroline nella casa pensi: 'Ma cavolo, ecco i fanatici religiosi.' Pieno di quadri sacri, una statua che manco in Vaticano..il che contribuisce a dare un tono inquietante perfetto. Che poi alla fine non parliamo di fanatismo religioso ma quasi.





C'è solo una cosa che proprio la sento che spinge sul piloro. Non si possono aprire le serrature con una forcina, vero?

1 commento:

  1. forse si può....se sei abbastanza bravo, ma non con la forcina e basta XD ...cmq mi intriga il film, un sacco!

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