martedì 12 luglio 2016

The Invitation

Ah, quando vi mettete in massa a parlare di una cosa io non resisto: devo venirvi dietro.
The Invitation è solo l'ultima di una serie di fisse che hanno investito i miei adorati colleghi blogger e, come al solito, non per niente.

L'invito in questione è quello che Eden invia agli amici di un tempo. Una cena, una reunion, a cui sono invitati anche l'ex marito, Will, e la sua nuova compagna. Sembrerebbe una bella cosa, io alle cene con i miei amici mi diverto assai, e invece. . .


E invece niente, non succede niente. 
Mettetevi comodi, perché se aspettate dei fatti ne troverete ben pochi.
The Invitation è un film di lunghezza standard, si supera di poco l'ora e mezza, per la maggior parte della quale non si vede un mezzo episodio che sia uno.
Eppure.

Will arriva, saluta gli amici, ci sono baci, abbracci, nostalgia, il fantasma di un evento tragico che aleggia su di loro senza quasi mai uscire del tutto. Una chiacchierata seduti insieme, un bicchiere di vino, qualche gioco per scaldare l'atmosfera.
Ma l'atmosfera è già calda, caldissima, e noi ce ne accorgiamo da subito.
Lo sguardo sospettoso di Will è chiaro fin dal primo istante. Qualcosa non è come se lo ricordava, o come se lo aspettava. Già la prima discesa di Edie dalle scale ci puzza un pochino. 
Le nostre sensazioni si bloccano lì, però. Qualcosa puzza. Finisce male. Ahiahiahi.
Però i minuti scorrono e non succede niente. Allora, o siamo pazzi noi e Will oppure qualcosa arriva.

Arriva, tranquilli.
Ma quasi quasi il punto non è quello, sebbene gli ultimissimi secondi di film siano incredibili. Quello che succede prima è intuibile, ma quell'istante finale. . .
Ohi ohi ohi.
Il punto, in realtà, è come ci siamo condotti, a quel finale. E ci siamo condotti benissimo, in punta di piedi, circondati di persone interessanti e credibilissime (il paradiso del politically correct, ci sono tutti: bianchi, neri, asiatici e omosessuali, non si fa torto a nessuno). Will è un uomo torturato, ogni respiro è per lui sofferenza, e ce lo mostra benissimo, perché ha uno sguardo di un'intensità rara. I suoi amici sono meno 'approfonditi', ma tutti reali nella loro semplicità.
Talmente reali che, quando Will comincia a palesare le sue perplessità, lo prendono un po' per scemo e le sottovalutano. Che poi hanno anche ragione. Io sabato ho cenato con i miei amichetty di una vita, se mi fossi alzata a dire che secondo me c'era qualcosa di bizzarro se non altro mi avrebbero preso a cuscinate.


Insomma, un'ora e mezza che campa di dubbi, disagio e staticità.
Mi rendo conto che messa giù così non faccia proprio venire un voglione di vedere The Invitation, ma io fossi in voi lo guarderei anche se la lentezza non vi dovesse piacere. Prima di tutto tratta del più straziante dei lutti con un'eleganza e una delicatezza che sono proprio adeguate.
E poi vi garantisco che i brividi della scena finalissima si fanno aspettare ma ne vale la pena.
Eccome se ne vale la pena.

17 commenti:

  1. A casa nostra il lentume nei film si patisce troppo,credo lo salteremo bellamente!

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    1. Ps ti ho ritaggato nel Liebster award!Passa da me se hai voglia di rispondere ;)

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    2. in questo caso direi proprio che allora potete evitarlo!:)
      passo volentieri, grazie!

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  2. Piaciuto parecchio. Elegante, raffinato, di impianto teatrale, ti lascia un disagio addosso che non si scolla facilmente...per me paradossalmente una delle cose migliori viste quest'anno..

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    1. quest anno sono pigra, le mie visioni sono tristemente poche. di certo è una delle migliori, però!

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  3. Film bellissimo e particolare, contenta che ti sia piaciuto :D

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    1. Spesso in silenzio ma i tuoi consigli li ascolto sempre!

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  4. Anche a me piaciuto, però sono rimasto deluso dalla prima parte e la sua lentezza, ma in fin dei conti ne vale la pena di averlo visto ;)

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    1. A me ti dirò che è stata proprio la prima parte ad affascinare di più. Certo, quel finale...

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  5. dà il giusto, tutto qui però. Secondo me è distante dall' essere il miglior thriller horror dell'anno...

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    1. Horror di sicuro no, con The VVitch in gara gli altri hanno ben poca speranza. Thriller non so, sono troppo lacunosa nel settore!

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  6. Ho avuto le stesse sensazioni, davvero un film capace di fare il suo lavoro!

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  7. Non mi ha sorpreso particolarmente, però mi ha conquistato il rigorosissimo impianto teatrale: quello, e la puntualità delle riflessioni sul dolore e l'elaborazione. Un Perfetti sconosciuti (e guarda Genovese, mi raccomando) con mistero. Un bel tipo, e anche intenso il giusto, questo sosia di Tom Hardy; gli altri non erano, per me, sempre all'altezza. Con un cast meno televisivo, forse, ne avremmo visto delle bellissime. :)

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    1. Di contemporanei italiani so poco e niente, quel Perfetti sconosciuti lì però me lo hanno consigliato in parecchi. Io invece innamorata di quasi ogni dettaglio, di questo!

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  8. Ho capito, dato che lo consigliate tutti lo devo per forza vedere.

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