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domenica 5 maggio 2013

The woman in black, James Watkins

13:51

Titolo originale: The woman in black

Anno: 2012

Durata: 95 minuti

Trailer:



Prima di tutto chiariamo una cosa. Io con Harry Potter ci sono cresciuta. Ho letto il primo che avevo la stessa età dei protagonisti, sono venuta su con un libro all'anno, è stato la mia più grande passione per anni. E parlo dei libri prima di tutto, i film sono solo una conseguenza.

Detto ciò, sono perfettamente consapevole del fatto che Daniel Radcliffe sia un attore mediocre, e qui si conferma tale.

In questo caso, interpreta Arthur Weasley Kipps, un aspirante avvocato che viene spedito a risolvere alcune questioni legali legate ad una casa rimasta vuota che necessita di essere venduta. Pare che la casa in questione sia stata dimora di un ragazzino poi morto affogato. Il resto immaginatelo voi.

La prima cosa che devo fare è togliermi un sassolino fastidiosissimo dalla scarpa.

Arthur sta partendo e saluta suo figlio. Gli dice: 'Hai gli stessi occhi di tua madre.'

NO. ENNE O. Mi ribello, mi oppongo, mi divincolo. No. Harry Potter non dice a suo figlio che ha gli occhi di sua madre, no.

Oh, lè.

Diciamo prima le cose positive.

Tutti gli ambienti son belli. La casa di Kipps, il villaggio, per arrivare alla palude, la stazione e, soprattutto, la casa della donna in nero.
Una meraviglia. Ricorda il castello di Casper, o meglio ancora, il video della canzone Ghost di Michael Jackson. Spettacolo.



Passiamo alle cose negative. Prima di dirle, però, vi voglio comunicare che questo film è l'horror inglese che ha avuto più successo negli ultimi 20 anni (c'è una fonte per questa affermazione, solo che non la ricordo). E ci lamentiamo se le cose di qualità sono poche.

Comunque.

La trama in sé puzza di già visto. E questo sarebbe un difetto perdonabile, se il tutto fosse ben reso, cosa che chiaramente non accade. In ogni caso la vicenda in sé non è male.
Gli attori sono stati insipidi tutto il tempo. Ed è una cosa tremenda, perchè se almeno fossero stati pessimissimi almeno mi avrebbero fatto ridere. Invece niente. Nemmeno il dolore dei genitori che perdono i loro figli è riuscito a coinvolgermi, ed è tutto dire.
I film di fantasmi, poi, si presterebbero benissimo a fare una paura dannata. E, ormai lo saprete, io mi spavento con NIENTE. Ma qui, orez. Il vuoto.





Mi spiego meglio: nell'ultimo post avevo scritto che il non visto fa più paura del mostrare troppo. E lo confermo. Ma c'è una differenza sottile tra il 'non mostrare quello che succede' e il 'non far succedere nulla'. Qui succede poco e niente, e tutto quello che succede ti viene comunque preannunciato chiaramente.

Esempio: Arthur davanti ad una finestra, ci resta per talmente tanto che sai che apparirà qualcosa, e ovviamente appare. Come faccio a spaventarmi se mi avvisi 10 minuti prima?
 

E poi, sta finestra. Ci sta sempre. Ci passa delle ore, intorno a quella fnestra. Da dentro, da fuori, di traverso. Ma cosa guardi? Cosa pensi di vedere che sei immerso in una palude nel nulla?

Complessivamente, la visione di The woman in black è tranquillamente evitabile. Non è spazzatura, non è buono, è solo abbastanza inutile. È tutto così così.

Quello che più dispiace è che Eden Lake, l'opera prima del buon James, è un semicapolavoro, un filmone bastardissimo e quasi perfetto. Diciamo che è uscito leggermente di carreggiata dai.

Attendiamo tue nuove, Watky. Fai il bravo.


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