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sabato 14 febbraio 2015

Il demonio

14:46
(1963, Brunello Rondi)


Essendo oggi San Valentino ho deciso di onorare la celeberrima ricorrenza degli innamorati a modo mio.
Con un film che d'amore effettivamente ne parla, nel modo in cui può farlo un horror demoniaco  italiano che quast'anno spegne le 52 candeline.

Purificata (un nome un destino) vive in un piccolo paese del Meridione. Innamorata non corrisposta di Antonio, decide di punirlo lanciandogli il malocchio. Questo, e tutti i suoi bizzarri atteggiamenti, faranno pensare ai suoi compaesani e alla sua famiglia che un essere demoniaco abbia preso possesso del suo corpo.


Fotogramma dopo fotogramma pensavo che sarebbe stato difficilissimo. Immaginavo di dover cancellare completamente le mie attuali convinzioni principali: sono un'atea che stava per guardare un film trasudante religiosità, sono una giovane donna del 2015 che ha gli occhi viziati da effetti speciali all'avanguardia, che porta la propria mentalità aperta come una bandiera del proprio modo di pensare, che ha un modo preciso di intendere le relazioni di coppia, che posava il suddetto sguardo su un film che ritrae perfettamente il bigottismo, la vita rurale e la parola che non volevo pronunciare: l'IGNORANZA.
Ho realizzato poi durante la visione che tutto ciò non era necessario. L'ignoranza che traspare dai comportamenti dei personaggi non arreca disturbo perchè si giunge ad una conclusione che mi rendo conto equivalere alla scoperta dell'acqua calda (gran scoperta, quella): OGGI essere ignoranti è un difetto, e soprattutto è una scelta. Parlare di 50 anni fa e etichettare le persone come ignoranti è scorretto e superficiale.

Oggi la cultura è alla portata di tutti, è gratis e accessibile in qualunque momento. Una volta no. La conoscenza era un lusso. A popolare le menti delle persone stavano le tradizioni popolari, ed è una gran cultura anche quella. I consuoceri che preparano il letto ai neo sposi, i cittadini che si ritrovano in piazza a esporre al pubblico giudizio i propri peccati...
Così come è assurdo pensare di poter criticare oggi quella religiosità così frenetica, quasi ossessiva, che segnava in modo così radicato le vite.


La sua età la sente, il film, inutile negarlo. Ma è riuscito a regalarmi un senso di radicato disagio, dovuto non solo al tema a cui sono particolarmente sensibile, ma anche al clima così opprimente, così ottuso, così complesso, al senso di ingiustizia in entrambe le direzioni (Purificata è vittima dei soprusi dei suoi compaesani, ma non dimentichiamo che lei per prima non potendo accettare il rifiuto ha perseguitato Antonio fino alla fattura), al momento in cui la possessione vera e propria si palesa.
E' chiaro, in quanto non credente non credo allo spiritello inconsistente che entra nel corpo della ragazza e le fa parlare lingue a lei sconosciute. Ma i suoi compaesani lo credevano, la sua famiglia lo credeva, e tanto bastava.

Per una volta, poi, al momento della scritta 'tratto da vicende realmente accadute' non ho dubitato nemmeno per un istante che fosse vero. Almeno in parte, almeno tenendo conto della parte romanzata che di sicuro ci sarà stata, non ho messo in discussione nemmeno per un attimo che di Purificate ce ne siano state.
E chissà quante.



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