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domenica 11 novembre 2018

Thornhill, Pat Smy

11:26
Trovato nella sezione ragazzi della bibliotechina del mio paese, Thornhill mi ha catturata dal primo istante, per la sua mole, la sua forma compatta e il suo nero onnipresente.


Il racconto è quello di due bambine, Ella e Mary, delle loro due vite parallele e del momento in cui queste due vite si incrociano.

La particolarità del tomone è prima di tutto la struttura. Non è un fumetto vero e proprio ma un romanzo illustrato nel vero senso del termine, in cui pagine di narrazione in forma di diario si alternano a pagine di sole illustrazioni.

La storia parla di bullismo feroce, orfanotrofi, adulti incompetenti e superficiali, cattiverie atroci e solitudine lacerante. Lo fa con dovizia di particolari, senza lasciare granchè all'immaginazione. Mary è vittima di un mondo cattivo che non sa integrare il diverso, e per questo ha smesso di parlare. Cerca rifugio in bamboline che crea da sè, che diventano le sue uniche amiche. Il ritorno nell'orfanotrofio di Thornhill della sua bulla, però, la fa ripiombare in uno stato di disperazione dal quale nessuno sembra davvero interessato a farla uscire.

La considerazione che mi ha fatto fare Thornhill, che comunque consiglio per intensità, fascino e particolarità della struttura, è: come classifichiamo qualcosa per bambini? 
Come si decide se qualcosa è adatto o meno?
Perché è chiaro che conoscendo il singolo esemplare di cucciolo d'uomo si può stabilire quanto e se sia pronto per letture più impegnative o se invece sia meglio coccolarlo ancora un po' con storie più gioiose, ma come si fa una classificazione generale?
Se da un lato mi viene da pensare che i bambini siano pronti a tutto, dall'altro mi viene da pensare che un po' di protezione sia non per forza dovuta ma naturale. Ce l'abbiamo scritta da qualche parte in quello che siamo in quanto animali, la tutela dei più piccoli. Giusto due minuti fa stavo guardando su Instagram un video di una leonessa incattivita come la morte con due leoni che si avvicinavano ai cuccioli, mi sa che fa proprio parte della natura.
Ora, lungi da me voler passare messaggi pedagogici o educativi per i quali non ho la competenza, ma mi interessa sapere cosa fareste voi. Non perché io abbia bambini a cui passarlo, ma perché io alla biblioteca l'ho già riportato, e lui sarà tornato nella piccola zona fumetti insieme al mio amato Lupo Alberto e a Mafalda. E sta lì, in attesa che qualche bambino se lo porti a casa e speri di trovarci un'avventura inquietante e cupa.
Che per carità, per esserci c'è, ed è anche interessantissima.
Mi chiedo solo, con sincera curiosità e nessuna vena polemica, quanto siamo pronti a raccontargliela.

giovedì 13 settembre 2018

Saga

13:44
Io mi rendo conto che arrivo sempre dopo la puzza.
Però se c'è una sola persona la mondo che non avesse letto Saga e, letto questo post, decidesse di iniziarlo, io saprò che qualcosa di buono al mondo l'avrò fatto con questo blog.



La Saga in questione è quella di un universo intero, funestato da una sanguinosa guerra. A combattersi sono un pianeta e la sua luna. I loro abitanti si detestano da generazioni.
Qualcuno, però, si è dimenticato di dirlo a Mako, lunare, e Alana, terrestre.
Sti due hanno l'ardire di innamorarsi.
E di procreare.
E, quindi, di scappare.

I grandi racconti del fantastico hanno una cosa in comune: la capacità di creare mondi indimenticabili. Basta mezza nota della colonna sonora per chiudere gli occhi e sentirsi nella Contea. Basta una saetta per pensare ad Hogwarts, tanto per citare le grandi banalità. Saga costruisce con una semplicità disarmante la storia intera di un universo, in cui convivono creature di mille razze e con caratteristiche diverse, con relazioni politiche e diplomatiche che regolano le leggi dell'universo.
Ha la forza di una storia costruita con tempi narrativi praticamente perfetti e con la passione di chi ha tanto da narrare, ha disegni moderni e coloratissimi ma che ci mettono una tavola sola per diventare potenti ed evocativi, e tirare fuori tutto il cuore del mondo. Ha una varietà di razze così diverse e intriganti, che devono convivere in poche pagine ma che non mancano mai di avere ognuna lo spazio che merita e che sono una più bella dell'altra.

Ma più di ogni altra cosa ha la voglia di pace, di rivolta di fronte a governi malvagi, di tolleranza tra i popoli, la voglia e il bisogno di salvezza per sè e per chi è più piccolo e per questa salvezza ancora non può combattere, ha un amore da tutelare come la più preziosa delle gemme, ha famiglie surrogate e reali che si sacrificano per gli altri, ha tutta la passione di chi per i propri cari smette di avere paura e inizia ad avere coraggio, ha piccoli gesti che parlano più di quelli plateali e ha una sequela di personaggi indimenticabili che sfileranno di fronte ai vostri occhi con le loro storie. Ognuno che porta su di sè a modo proprio le conseguenze di un conflitto non richiesto, ognuno che ha cicatrici che cerca di nascondere ma che diventano inevitabilmente la motivazione per ogni scelta, ognuno con una storia storta da raddrizzare. Sia i principali che i comprimari diventeranno volti amici e compagni di battaglia, la cui sorte diventerà cara come la pelle. Le loro vicende sono così reali e 'terrestri' che non riusciranno mai a sembrarci aliene. Nel bene e nel male.

Saga è un'avventura magnifica, dalla quale riemergere senza lasciare indietro nemmeno un pezzettino di cuore è impossibile.
L'immaginazione, però, ne esce ingigantita, ed è un regalo immenso.
Questo regalo qui, se non l'avete ancora ricevuto, fatevelo.
Sarà un viaggio indimenticabile.



mercoledì 10 gennaio 2018

Zerocalcare & Me: a love story

07:47
Ho visto Zerocalcare di persona una volta sola. Era al Festivaletteratura di Mantova, a cui tutti dovreste partecipare perché è un tripudio di gioie, intervistato dai ragazzini dell'associazione Blurandevù. I ragazzi sono stati carini, niente da obiettare, ma per tutto il tempo ho avuto la sensazione che di tutto quello che gli stava intorno non potesse fregargliene di meno.
Gli avrei messo in spalla una coperta e lo avrei portato via di lì, lo avrei lasciato in una camera d'albergo con il wifi e nessuno intorno.
Ovviamente queste sono solo impressioni di una persona che Zerocalcare lo ama molto, non vogliono essere una specie di biografia ufficiale. Però lo sentivo parlare e mi sembrava di avere davanti una persona tanto impacciata, tanto disinteressata al clamore e alla fama, che quella che prima era solo ammirazione verso un bravo autore è diventata Amore.


Non ricordo con precisione come ci siamo conosciuti, io e Lui.
Se vi state chiedendo se ci conosciamo davvero, ovviamente la risposta è NO. Ma come le ragazzine delle medie, io sono fidanzatissima con lui e lui mica lo sa. È un rapporto unidirezionale, ma l'amore è tale da coprire la metà mancante.
Ricordo solo che ho iniziato con il blog, come la stragrande maggioranza di noi. La prima volta che ho capito che c'era di più è stato per caso. Stavo leggendo una tesi di laurea sul G8 e sugli eventi della Diaz (per inciso, è la tesi di Irene Facheris, che lei ha messo gratuitamente sul suo sito, che trovate qui) e ci ho trovato una sua intervista.
L'uomo oltre i disegnetti.
Da quella volta lì l'uomo oltre ai disegnetti ho cercato di vederlo spesso. Nelle opinioni, nelle frecciatine incandescenti, nella delicatezza del tocco, nel cuore enorme, nelle tavole a pagina piena con solo una frase, sufficiente a far sanguinare i cuori.


Andando avanti col tempo le sue storie hanno smesso di farmi solo divertire per la sua bruciante autoironia, per i disegnetti buffi e i personaggi della cultura geek. Ben presto a tutto ciò, che comunque rimane, si è aggiunto un livello di profondità inaspettato. Non che questo mancasse nelle tavole del blog e nei primi libri, sia chiaro. Credo solo che da Dimentica il mio nome in avanti si sia fatto un salto di qualità inarrestabile, che ad ogni volume porta Zerocalcare a diventare sempre più la cosa migliore sia mai nata dal web italiano.
Se già la storia familiare era di una dolcezza e di una delicatezza rare, che anzichè cozzare si sposano alla perfezione con quei suoi disegni così grossi e nerissimi, con i due successivi, Kobane Calling e Macerie Prime per me si è toccato il capolavoro.

Questa mi ha colpito tantissimo ad un livello personalissimo, è stata dura da digerire

Secondo me sono invecchiata. Sono sempre stata lievemente anzianotta dentro, ma ultimamente i temi toccati da ZC mi toccano nel profondissimo, anche quando non vorrei.
Kobane Calling si apre al mondo esterno, esce dal guscio del nostro comfort e ci porta nel pieno della guerra. Senza voyeurismo (è troppo intelligente per quello), senza la lacrimevole vicenda dei bambini morti sotto le bombe, Michele Rech ha preso lo zainetto ed è andato in prima persona a vedere cosa stava succedendo nella città di Kobane, a conoscere il popolo curdo che stava combattendo contro l'ISIS. Ce lo racconta con il suo modo che ormai abbiamo imparato ad amare, comportandosi come farebbe chiunque di noi: a fronte di persone, ragazzi anche giovanissimi che ogni giorno abbracciano il fucile e proteggono la loro casa non si può far altro che sentirsi piccoli piccoli e anche un po' scemi. L'unico modo per smettere di essere piccoli piccoli e anche un po' scemi è informarsi, conoscere, capire. Non ci renderà al pari di chi rischia la propria vita in nome di una libertà perduta, ma ci ridà quella dignità che spesso, nella nostra comodità occidentale, perdiamo. Il reportage che esce dai suoi viaggi è il modo più bello che ci sia di onorare chi l'ISIS di cui blateriamo ogni giorno lo combatte davvero. Uscire indenni dalla lettura è impossibile.

Quel cuore in mezzo alla città è indimenticabile

Per me, però, Macerie Prime è stata una sassaiola in cui io ero l'unica vittima.
È riuscito a centrare con precisione da cecchino il modo in cui mi sento, oggi, più vicina ai 30 che ai 20. Quando mi sembra di snaturarmi perché cambiano i miei gusti e i miei ideali, quando mi arrampico nel mio castello di illusioni e mi ci barrico dentro autoprendendomi ostaggio, quando devo rivalutare quello che voglio, come lo voglio e perché lo voglio. Quando penso di avere la vita in mano e arriva la stangata che ti fa rimettere tutto quanto in circolo, quella sensazione lì che ti prende alla gola e ti fa temere che non ce la farai mai, lui la mette su carta come non ho mai visto fare a nessuno prima.
E forse è solo l'età, la confusione di chi sta diventando adulto e deve capire come si fa, la paura di dover fare passi grandi e di dover prendere decisioni ancora più grandi e, in questo casino che è la crescita, delinea i grandi punti fermi: gli ideali, la coerenza, e gli amici.
Il modo in cui si parla dell'amicizia, sempre nei suoi lavori ma in Macerie Prime un pochino di più, mi fa sempre, sempre pensare al mio gruppetto scalcagnato, che è più bello che mai adesso che mi manca tanto.


ZC sembra una cosa e poi è tutt'altro. I suoi lavori sono di una delicatezza portentosa che però travolge le emozioni come un fiume in piena, e siccome di solito c'è un armadillo enorme in mezzo alla stanza, fidatevi: non è così scontato.


giovedì 7 dicembre 2017

Survivor's club

18:31
Le aspettative sono la solita brutta bestia che ammazza gli entusiasmi.
Avevo sentito parlare di questo fumetto qualche tempo fa, e l'ho bramato ardentemente. Sempre non disponibile su Amazon, sui siti torrenziali non lo trovavo. Spunta per caso in un sito dalla legalità sospetta. Circumnavigo la mia etica per fiondarmi nella lettura.
Avevo su questo Survivor's club, fumetto del 2015 di casa Vertigo, aspettative stellari.
Risultato? Non mi è piaciuto per niente.
Sono di una tristezza incalcolabile.


No, diciamolo meglio: mi girano proprio le palle.
Il motivo è presto detto. L'idea alla base di Survivor's club è splendida. I ragazzini sopravvissuti agli orrori dei classici anni '80 si sono ritrovati. Non si parla di film esistenti, ovviamente, ma i riferimenti sono ben chiari: c'è la bambola che ammazza, il fantasma orientale, il videogioco della morte...solo non si vedono i due leocorni.
Nell'87 ognuno dei protagonisti di questo breve fumetto sono sopravvissuti ad eventi tremendi e sovrannaturali. Oggi, per mano di una di loro, si ritrovano per sconfiggere definitivamente quello che non era riuscito ad ammazzarli anni prima.
Suona familiare?
Chiaro, ma siccome qua non me ne frega più niente dell'originalità la cosa non mi infastidiva affatto. Speravo in un viaggio nostalgico e cruento, e sarei stata la persona più felice sulla faccia della Terra.
Sul cruento ci siamo. Non ci si può lamentare, tutto il sangue è al suo posto e potremmo anche essere contenti così.

Però però però.
Narrativamente il povero club dei sopravvissuti è un macello incredibile. Le storie del passato sono solo accennate quando ci sarebbe stato spazio sufficiente per mostrarle, e non solo raccontarle indirettamente. La storia del presente è caotica e non solo per i disegni articolati e confusi. Mi sono quasi affaticata a leggere, tornavo indietro per vedere se mi fossi persa qualcosa o se avessi frainteso dei particolari, confondevo i personaggi, e come se il tutto non fosse già penoso per un fumetto così breve, mi sono anche annoiata.
E allora mi girano le palle, perché se hai una buona idea ma non sai svilupparla bisogna che ti fai aiutare, mica che illudi me con una premessa interessantissima e uno svolgimento mediocrissimo.
Mica si fa così.
Una ci resta male.

martedì 28 novembre 2017

Guift Guide 2017 - A #BAOTIFUL Wishlist

14:05
Se leggete i fumetti leggete Bao.
Se il destinatario dei vostri regali non legge Bao è ora che qualcuno rimedi alla grave mancanza. So che ora tutte (ma proprio tutte) le case editrici hanno capito che i fumetti vendono e quindi hanno lanciato la propria collana di graphics, ma l'arrivo di Bao in Italia è stato ben antecedente alla puzza di dineros, e oggi il loro catalogo è da versarci su non dico tutte le nostre lacrime ma di sicuro tutti nostri soldi. I volumi sono belli, la scelta è variegatissima e sempre in evoluzione, l'attenzione ai nomi dall'estero è assoluta.
È chiaro che le case editrici che si occupano di fumetti sono numerose, ma Bao ha fatto il passo più lungo delle altre: è capitata a fagiolo nel periodo in cui il fumetto diventava popolare e smetteva di essere di nicchia e ha creato una collezione di titoli che accontentano chiunque. Dalle saghe dal sapore anni '80 ai romanzi illustrati, dai grandi famosissimi nomi ai fenomeni nati sul web, quelli di Bao hanno occhio e naso per gli affari. E poi hanno Zerocalcare, what else?
L'elenco che segue è composto di cose che ho letto ma soprattutto di cose che vorrei leggere, con grande sofferenza.


1) Residenza Arcadia
Seguo Cuello sui social tutti. Mi piace un sacco e dovrebbe piacere anche a voi. Qualcuno mi ha detto che Residenza Arcadia è tanto bello da sembrare un Pennac. Ora, Daniel (Cuello, non Pennac. Che casino), al tuo posto io sarei morta per il solo pensiero di un simile paragone, ma siccome non stento a credere a siffatta ipotesi, ti bramo ardentemente.

2) Paper Girls
Tempo fa ho visto un video della mia youtuber del cuore in cui parlava dei fumetti da leggere per riprendersi dal lutto della fine della stagione di Stranger Things. Tra i titoli, questo. Mi incuriosisce oltre ogni dire e presto lo farò mio.

3) Bone
Ho parlato talmente tanto di Bone che non escludo vi sanguini il naso a sentirlo nominare di nuovo. Ma non è colpa mia se Bone è bellissimo. Bao ha raccolto tutti gli stillati in un volumone da cui separarsi è impossibile, è una storia avventuroa cosparsa di una dolcezza irresistibile, di una comicità brillante e mai, mai, mai ignorantona, di personaggi indimenticabili e cattivi dall'eccelsa stupidità. Bone è un regalo magnifico da fare solo a qualcuno a cui volete davvero tanto tanto bene.

4) Macerie Prime
Ogni volta che esce un nuovo Zerocalcare è Festa Nazionale in Redrumia. Ogni volta che esce un nuovo Zerocalcare per tutti gli italiani si crea l'occasione splendida di regalare qualcosa di questo magistrale autore a qualcuno che ancora non lo conosca, facendo quindi non solo dono di un bel libro ma anche di una conoscenza che diventerà compagna a lungo. Sarà bellissimo. Mandate Zerocalcare nelle vite aride di chi ancora ne è privo.

5) Blueberry Girl
Questa cosa qui l'ha scritta il nome tutelare di questo blog, Neil Gaiman, in occasione della nascita della figlia di Tori Amos. Non ci sono neanche parole per dirlo.

6) Green Manor
Simile per estetica a quel Porto proibito che devo ancora leggere perché il mio moroso non mi presta più i suoi libri per buoni motivi, questo parla di omicidi e casi da risolvere. Lo voglio, chiaramente.

7) Strangers in Paradise
Dopo la sua incostante storia editoriale Bao se l'è presa e gli ha regalato completezza. Mi ispira in modo incredibile, i disegni mi lasciano combattuta su cosa ne penso ma non vedo l'ora di leggerlo. Si parte con un traingolo amoroso e si finisce con un semithriller su passati misteriosi.

8) Ti prego, rispondi
Dovrei detestarlo, viste le premesse e il titolo lacrimevole, eppure per qualche motivo ogni volta che lo vedo lo sfoglio, e mi ritrovo a desiderarlo. Probabilmente ci lascerò il cuore, ma non importa. L'emotività è sopravvalutata.

9) Lumberjanes
Lumberjanes è il nome del campo estivo dove stanno le cinque amiche protagoniste. Come ogni campo che si rispetti sono tormentate da mostri e creature misteriose, e devono cavarsela il giusto per tornare a casa sane e salve. I disegni mi piacciono moltissimo, è un progetto tutto al femminile che mi ispira moltissimo e che vorrei davvero leggere.

10) I segreti di Burden Hill
Amatissimo da Neil Amoremio Gaiman, questo fumetto parla di animali che comunicano con anime di animali e risolvono casi paranormali ed è illustrato da Sua Maestà Jill Thompson, che è la tizia che ha illustrato anche il Little Endless Storybook, quel libriccino con gli Eterni di Sandman ritratti bambini in una storia sul mio adorato cane Barnaba. Lo bramo ardentemente.

E con questo è tutto, fate un veloce saluto alle tredicesime che qua c'è roba da leggere in abbondanza.

lunedì 16 ottobre 2017

La libreria di una persona che non compra libri

16:48
Ne abbiamo già parlato: io non compro libri.
Costano una sassata, pesano altrettanto e occupano ettari di casa. Il mio lettore ebook mi rende la lettrice più soddisfatta e meno in bancarotta di sempre.


Le persone che mi circondano sanno che i libri per me >>>>>>> tutto il resto, però, quindi in ogni occasione possibile si prodigano in regali generosissimi. Praticamente la mia libreria si divide tra libri regalati e libri usati. Parlare dei libri che si posseggono mi sembra un modo anche per parlare un po' della persona che sta dentro la Redrumia, in un viaggio attraverso i romanzi che hanno accompagnato la mia vita. Mi piacerebbe un sacco sapere se anche voi avete uno o più scaffali per i libri più speciali! Facciamo come gli iutiubers e facciamo i tag? Mi rispondete con un post o nei commenti?
Qui sotto, quindi, una carrellata dei miei bambini, quelli che tengo esposti e mostro a tutti come una nonna con le foto del nipotino ciccione.

la narrativa generica
1. Le edizioni lusso (così le chiama Amazon e chi sono io per cambiargli nome?) di Mondadori della saga delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Regà, Il trono di spade. Sono edizioni molto belle, amo tenerle esposte come aprifila. Il contenuto mi ha appassionata fino ad un certo punto, poi la noia ha vinto e sono passata alla serie tv. Ovviamente mi sono stati regalati.
2. Guerra e pace. Ricordo ai naviganti quanto per me Newton Compton sia la sola casa editrice ad aver capito come secondo me vadano trattati i classici oggi. Questo l'ho acquistato in combo con un volume che vi mostro dopo, entrambi 9.90€. Ripeto, ENTRAMBI NOVE E NOVANTA. Sto aspettando di prendere la prossima influenza potente per iniziarlo, ma se è bello anche solo un quarto di Anna Karenina posso dirmi felice. Credo comunque che all'influenza manchi poco.
3. Lo sfolgorante esordio di Zadie Smith, Denti bianchi. Acquistato usato, tornerà presto nel posto in cui l'ho comprato, perché sfolgorante non è la definizione che gli darei io. Forse l'ho letto nel momento sbagliato, ma questo romanzo pieno di temi importantissimi e davvero interessanti mi ha Annoiata. A. Morte.
4. Il mio primo volume di poesie. Sempre trattato dagli amici di Newton Compton e acquistato giusto ieri ad un mercatino dell'usato, I fiori del male di Baudelaire hanno fatto il loro fiero ingresso nella nostra famigliola intima ma felicissima.
5. Tutti amano Zafon per la saga del Cimitero dei libri dimenticati, che a me ha detto pressapoco nulla. Marina, però, è un romanzo cupo e pieno di suggestioni, che più di una volta mi ha fatto chiudere la copertina di scatto per controllare che la mia camera fosse in sicurezza. Un'atmosfera che quella saga là se la sogna, una descrizione dei legami umani unica, un romanzo bellissimo.
6. Non conoscevo nulla della Allende, fino a Ines dell'anima mia. Innamorata del titolo, l'ho preso e mi sono innamorata ancora di più del contenuto. È la storia di Inès de Suàrez, una delle combattenti più famose della storia del Cile. A me queste donne controverse piacciono da matti. Ines non era una santa, era umana. E la sua storia di umana 'qualsiasi' è intrigante e avventurosa.
7. È davvero necessario che dica qualcosa su Il signore degli anelli? Sta qui perché mi immagino nel mio futuro seduta su una sedia a dondolo a leggerlo al mio primogenito. Sogni irrealistici? Se sì, non ditemelo.
8. La raccolta di romanzi di Jane Austen. Adoratissimo regalo di compleanno, questa bellissima edizione Bur raccoglie le meraviglie del mio grande amore adolescenziale. Se non avete letto Ragione e Sentimento non credo possiamo essere amici.
9. La mia utilissima guida di Praga made in Famiglia Cristiana e acquistata al mio solito mercatino dell'usato (qualche giorno ve lo mostro perché ha l'aspetto del Paradiso) ha riempito di nozioni il mio primo viaggio nella mia città preferita d'Europa, ma ora ricopre il nobile ruolo del separatore di argomenti. Dietro di lei la narrativa generica, davanti a lei l'orrore.

la narrativa de paura
10. Mia zia collezionava i romanzi che uscivano con la Famiglia Cristiana (a dispetto di quante volte la FC viene nominata in questo post, vi ricordo il mio ateismo). In occasione di un suo trasloco se ne è disfatta. Ho salvato Le avventure di Gordon Pym, perché non ci si disfa mai di Edgar.
11. La mia copia de Le notti di Salem è un disastro. Acquistato usato in condizioni pietose, ora conserva la sua forma vagamente a libro perché lo tengo insieme con un bel po' di grosso scotch trasparente da imballaggio. Non me ne libererò mai.
12. I racconti di Edgar Allan Poe li ho trovati in questa elegantissima edizione in due volumi, più vecchi della Creazione stessa, al mio mercatino. Sono giustamente divisi in racconti del mistero e racconti del terrore, e sono la compagnia migliore per una signorina a modo come me.
13. I racconti di Lovecraft, invece, comprati in quel solito posto, usati ma praticamente mai sfiorati dal precedente proprietario, sono divisi in modo assolutamente casuale. È forse un problema per me? Neanche per idea.
14. I primi due volumi della saga di Mr. Mercedes sono stati due graditissimi regali. Di tasca mia non avrei dato manco un centesimo a Sperling&Kupfer, la cui qualità non mi entusiasma per niente, soprattutto se paragonata a QUANTO CIUMBIA COSTANO I LIBRI DI SK.
15. Questo volumone, pagato, me la tiro, UN EURO VIRGOLA CINQUANTA, è la prima versione dei Mammut di casa Newton Compton. Questo, in particolare, è un gioiello, è una raccolta di romanzi gotici in cui ci sono tutti i grandissimi. Manca solo la Radcliffe, ma già così è un portento. Se non avete mai letto Il Monaco siete sul blog sbagliato.
16/17. Di fianco al nonnino Mammut, i due giovini. Uno è quello acquistato in combo con Guerra e pace, e raccoglie tutti i racconti sui vampiri da Polidori in poi. È una chicca meravigliosa che quando sono triste accarezzo con affetto. Il suo vicino, invece, regalo amato con tutto il cuore, è una raccolta dei più grandi romanzi dell'orrore. Senza Dracula la vita non ha senso.
18. C'è poco da dire su di lui, il mio King preferito di sempre: Dolores Claiborne.

le cose coi disegnetti

19. L'unico, amato immensamente, regalo di compleanno che mio fratello mi abbia mai fatto. L'Omnibus della fine di RatMan. Leo Ortolani è una delle mie dieci persone preferite al mondo. A pagina 3 avevo le lacrime dal ridere.
20. Sandman, per me, è il fumetto più straordinario della storia del mondo. Ne ho solo due volumi perché lo sto comprando 'a rate'. Cambia l'esistenza. Fatevi sto regalo.
21. I tre maestosi e magnifici volumi di Harry Potter illustrati da quel maestro di Jim Kay. Se come me avete trovato in Hogwarts la vostra vera Casa, questi libri ve li meritate. Sono di una bellezza che a parole non si riesce ad esprimere. Sono tra i miei beni più preziosi.
22. I fumetti di Alan Moore di casa Panini: Providence e il Neonomicon. Ne parliamo presto.
23. Queste sono tutte le riviste in cui è uscito qualcosa firmato da Zerocalcare. Per favore, vogliate bene a voi e alla vostra intelligenza, leggete Kobane Calling.

le cose per ragazzi e il mio bellissimo Buddha


24. Quando Newton Compton (sì, ancora lei) ha buttato fuori i libercoli a 99 cents, mi sono fiondata in libreria con la valigia. Dietro al mio adoratissimo Buddha (mia grande passione estetica since 1990), stanno cose come Gatsby, Sherlock Holmes, La casa stregata...ci sono molto affezionata.
25. Questo splendido cofanetto mi è appena stato regalato per il compleanno. Sono tre tra i più bei volumi del mio Signore e Padrone Neil Gaiman e sono illustrati dal portento di Chris Riddell. Sono Coraline, The Graveyard Book e Fortunately the milk. Per l'amore diddio leggete Neil Gaiman.
26. Alice nel paese delle meraviglie, tema della mia tesina di maturità, è qui per ricordo.
27. Una sezione ragazzi senza The princess bride è un insulto. È il libro per ragazzi perfetto e voglio proprio vedere a contraddirmi. Questa edizione è in inglese e si rovina solo a guardarla, ma ha la copertina bellissima.
28. Gli unici Harry Potter non illustrati che posseggo. Storia strappalacrime: i miei non è che potessero permettersi di comprarmi granché quindi appena ho iniziato a lavorare ho speso i miei primi guadagni per una delle cose che amo di più al mondo, Harry. Ho comprato solo i miei preferiti, il 3 e il 7. Il resto sempre letto in biblioteca, con code infinite e unghie divorate nell'attesa. Non avrò pace fino a che non mi sarò comprata il 5.
29. Le cronache di Narnia cfr Il signore degli anelli.
30. Il mio primo Neil, un'edizione marcia di Coraline comprata ad una fiera dell'usato. Non si hanno mai troppe Coraline.
31. Il mio Piccole donne, regalo di compleanno dell'infanzia, è stato letto talmente tante volte che tante pagine si sono staccate. Gli voglio un bene dell'anima.

i libri sul cinema

32. Ho sgolosiato questo libro su Amazon per secoli e per il mio compleanno mi è finito tra le braccia. La collana Big Ideas Simply Explained è portentosa, e The Movie Book parla di tutti i grandissimi classici con fare appassionato e appassionante, ha un sacco di foto e curiosità divertenti e poi parla anche de Il labirinto del fauno, il che purtroppo non è così scontato.
33. Speciale della solita Famiglia Cristiana per i 100 anni del cinema. Trovato in mezzo al marasma delle riviste usate del mio mercatino, è meno famigliacristianoso di quanto sembri. È pieno di schede interessanti e consigli non scontati. 1,50€ di potenza.
34. Sempre mercatino, sempre zona riviste: lo speciale di Ciak sul cinema fantastico non poteva che essere mio.
35. Unico libro venuto a casa con me dal mio viaggio a Londra. Il negozietto, dell'usato chiaramente, in cui l'ho preso era a Notting Hill e chiariva con più cartelli di non essere il negozio di quel shitty movie. Ho riso abbastanza e poi ci ho comprato un volumone su Hitchcock: The art of Alfred Hitchcock, di Donald Spoto. È gigante e più Hitchcock c'è, più siamo contenti tutti.
36. Un altro coso che una volta era un libro e che ora sta in piedi con lo scotch: Il film di Bela Balasz. Una specie di bibbia che ho pagato molto, ma molto più di quello che meritava viste le sue condizioni scandalose. Non sono riuscita a rinunciarvi, sono una debole.
37. Angolo dei libri minuscoli sul cinema: Il cinema secondo Hitchcock di Truffaut, Il cinema di Hitchcock di Brunetta e due specialini de L'Unità, uno su Hitchcock (non sono errori di battitura, ho davvero diversi libri tutti su di lui) e uno su Kubrick. Prezzo totale euri 3. Mi sono quasi commossa dalla gioia.
38. Angolo degli unici dvd che tengo esposti: Shining, edizione in due dischi con i documentari e gli speciali e le cose che fanno gongolare noi isterici, Evil Dead, e che ve lo dico a fare, e Carrie. Non li guardo quasi mai in dvd, ma non li toglierei mai da lì.
39. Un volumone su cinema e colonne sonore, regalone di compleanno, con tanto di cd che vi assicuro sono un portento di background per chi scrive, si chiama Movies!
40. Il Guillermo Del Toro's Cabinet of Curiosities. Non è un libro, è un'opera d'arte. Una delle cose più belle che mi siano mai state regalate.

Se vi girate di 180 gradi rispetto alle mie mensoline trovate le mensolacce di un 18enne, con tanti manga, gadget delle notti rosa di Rimini e della recente coscrizione e i giochi dell'Xbox. O lmeno, credo che sotto la polvere ci sia ancora sta roba. Ve la risparmio in nome dell'affetto che ci lega.

Se vi va, curioserei volentierissimo nelle vostre librerie e nei vostri ricordi!

giovedì 13 aprile 2017

Non solo cinema: Ano Hana

20:04
La cultura giapponese non mi appartiene. Non leggo manga (o almeno, non li ho letti fino ad ora), non guardo anime, ho provato a leggere persino Murakami Haruki ma non mi è piaciuto. Per qualche motivo che non so spiegarmi lo Studio Ghibli fa eccezione, ma non è di Loro che voglio parlare oggi.
È del mio primo esperimento manga: Ano Hana, consiglio di mio fratello che della cultura nipponica ne sa molto più di quanto ne saprò mai io.


La storia è quella di un ragazzo che si è chiuso in se stesso, ha fallito l'esame d'ingresso in un prestigioso liceo della città, e ha perso gli amici dopo la morte di un membro del gruppo, Menma.
Il fantasma dell'amica scomparsa inizierà a fargli visita, intenzionato ad esaudire un proprio desiderio con l'aiuto dell'amico.

Il collegamento con la recente e ancora fissa in testa visione di 13 reasons why è immediato anche se un po' superficiale: una morte, un ragazzo ossessionato da questa morte, un gruppo di altri ragazzi che gli gira intorno. Se la serie Netflix mi aveva però completamente conquistata in nome di uno stile molto affine a quelli che sono i miei gusti, con Ano Hana il mio apprezzamento è arrivato con calma.
Il manga è composto di soli tre volumi che si leggono alla velocità della luce, motivo per cui ho scelto di iniziare da lui, e si prefigge di raccontarci l'elaborazione di un lutto così profondo. La cosa all'inizio mi aveva fatto storcere il naso.
Insieme a questo, la traduzione atroce e l'uso francamente offensivo della punteggiatura mi avevano fatto voglia di prendere i volumi e lanciarli dal balcone. Non sono miei quindi mi sono trattenuta. Non hanno aiutato nemmeno le espressioncine kawaii che a me fanno venire i brividi freddi.
Col tempo però è successo qualcosa.
Quello che all'inizio mi dava l'impressione di essere un drammone melò scritto con toni e riferimenti che non comprendo, pagina dopo pagina si è rivelato altro. Il fantasma di Menma non è comparso con lo scopo dolcissimo e strappalacrimissime di riunire gli amicy nel gruppo mitico dell'infanzia.
Se succede, è un effetto collaterale. Lei ha semplicemente fatto una promessa (che riconosco essere profondamente frignona e che quindi ammetto avermi fatto storcere il naso) e la vuole mantenere. In poche pagine si riesce a trattare il tema del lutto e dell'amicizia (insieme a quello, enorme e a mio parere trattato meglio), senza troppi fronzoli, andando dritti al sodo e con la voglia di dimostrare quelle che sono le cose che contano davvero. E poichè i miei amici sono la mia famiglia, direi che con me ha vinto facilissimo. La crescita, vista sia mentre avviene che grazie al confronto con i protagonisti bambini, è genuina e onesta, ho rivisto molte cose della Mari di qualche anno fa sparse per diversi personaggi. Ribadisco, in tre volumi si è riusciti a creare personaggi che pur essendo lievemente caricaturali sono riusciti e, se ridimensionati, credibilissimi.

Come primo approccio al mondo, direi che Ano Hana è stato un successo. Non ho in programma di diventare un otaku con il Giappone come solo scopo nella vita, e state tranquilli che non mi vedrete mai ad una fiera del fumetto conciata come un personaggio di finzione, ma sono uscita dalla solita comfort zone ed è stato bello.
Datemi bello e finisco per recensirvi Checco Zalone.

giovedì 5 gennaio 2017

Non solo cinema: Blankets

11:31
Da mesi facevo la corte a Blankets, ma la lettura veniva costantemente rimandata dalla mia povertà: 30 sacchi per una graphic novel mi paiono un attimo eccessivi. Giusto giusto per Sandman potrei spenderli. In mio soccorso arriva il mio amico ricco Tobia, che si porta a casa il volumone e in un eccesso di generosità me lo presta. Devo ancora riportarglielo.


Trattasi di racconto della vita dell'autore, che risponde al nome di Craig Thompson. In particolare, si affrontano alcuni momenti della sua infanzia: il rapporto con il fratello minore, l'educazione religiosa ricevuta e più in generale la fede, e la prima storia d'amore. Le coperte sono il fil rouge della crescita di Craig, sono prima il simbolo di una condivisione intimissima, quella del letto, e poi diventano il ricordo migliore di un affetto andato perso nel tempo. È bellissimo l'uso dell'immagine della coperta come simbolo del calore non solo di temperatura: Thompson lo sa e intorno alle coperte ci costruisce una storia intera.

Blankets è, facciamola breve, bellissimo.
È dolce, intimissimo ma riservato, ricercato, sentitissimo. Che stiamo parlando della vita stessa di chi scrive si percepisce, perchè i personaggi sono trattati con un calore che traspare dai disegni e dalle (poche) parole. Craig si ritrae anche nei lati peggiori, come l'essere vittima di bullismo, che lo rendono non una macchietta da fumetto ma un umano reale e a tutto tondo. Come lui, gli altri personaggi che lo circondano. Il fratello minore Phil, che è studiato più in relazione al fratello che come persona a sè, i genitori e Raina, la ragazza per cui si prende la prima cotta. Sono tutti imperfetti, ma umanissimi. I genitori sono cattolicissimi e 'sbagliati', eppure sono umani. Lo sono all'inizio quando ci sembrano mostri terribili e lo sono alla fine, quando sembrano una famiglia come tutte le altre. Raina è una ragazza con più lati di quelli che sembrano: è la ragazza ribelle e popolare a scuola, e la bravissima sorella maggiore che accudisce i fratelli minori problematici. Sarebbe stato troppo facile incasellarla in una sola definizione, e approfondire quella. Essendo tutti personaggi reali, però, un solo lato non è sufficiente a disegnarli.

I disegni sono 'grossi', non sono certo fatti di linee delicate e fini, sono spesso scuri e importanti, ma si finisce per disegnare gli occhi con solo due linee, che finiscono per essere molto più espressivi di tutto il contorno.

Per me Blankets è stato una delle letture a fumetti più intense dell'ultimo periodo. Non si parla di cuori spezzati con questa classe così spesso.

Vi lascio un'intervista che lo youtuber italiano Dario Moccia ha fatto a Thompson. Conoscere l'autore è il modo migliore per capire quanto di lui ci sia nel suo racconto.



Questo il link per acquisare Blankets su Amazon

martedì 2 agosto 2016

Non solo cinema: Sandman

14:57
Io sono una persona invidiosa, scendiamoci a patti.
Non invidio le stragnocche, nè quelli ricchi sfondati, nè quelli che guadagnano per fare poco o niente. Cioè, un po' sì, ma non COSì tanto.
I veri oggetti della mia invidia più tremenda, quella che mi fa tremare le labbra dal risentimento sono i bei cervelli. No, non i sapientoni con una conoscenza sconfinata, quella la possiamo (più o meno) raggiungere tutti. Io invidio i cervelli in fermento, quelli viaggiatori, quelli che, insoddisfatti del mondo reale, se ne creano altri mille dal nulla, tutti nuovi. Ancora di più invidio quelli che il mondo reale lo sfruttano, spolpandolo fino al midollo, ispirandosene per creare universi incredibili.
Uno di questi fortunati signori, portatori di menti straordinarie, è Neil Gaiman.


Incontro Sandman grazie a Riccardo, ovviamente. Me lo consiglia perché sa (e chi meglio di lui) che lo adorerei. Quindi, me lo procuro.
Primo ostacolo: disegni dall'aspetto vecchiotto, tavole a volte confuse e una necessità di attenzione che non pensavo un fumetto richiedesse. Mollo la presa.
Ma ricomincio, tempo dopo. Decido che posso dare un po' di più a qualcosa, se Riccardo mi dice che ne vale la pena. Oltretutto lo dice anche l'unica Youtuber al mondo per cui provo sincera ammirazione (lei), non posso resistere oltre. Perché, ma questo lo scopro dopo, Sandman vuole tutto. O si è disposti a dargli la massima attenzione, come se niente altro al mondo esistesse, o lui si trasforma in un caotico insieme di disegni molto scuri. Dategli la vostra concentrazione, e lui si scioglierà tra le vostre mani, come una miciona che fa le fusa.

Ma sto Sandman chi è?
È Morfeo, il signore del sogno. Uno sciocco romantico che si autocommiserava, ma con una certa dose di fascino personale, come l'ha definito uno dei suoi fratelli (il mio preferito, tra i suoi fratelli).
E com'è?
È bellissimo.
Alto, magro, con abiti scuri, mantelli, sempre blu o neri, i capelli spettinati, l'aria trasognata e misteriosa di un poeta francese, circondato di donne ma sempre scostante, affascinante ma inquietante. Lo amo appassionatamente. Poi, sì, è una lagna, e non esiste per lui definizione migliore di quella che gli riserva suo fratello. Sta spesso solo, a rimuginare sui (parecchi) mali della sua vita, a fissare il vuoto del suo sconfinato regno ripensando alle donne che ha perso. Mi fa impazzire, un eterno emo ma dai poteri sconfinati.


Se il potere dell'opera di Gaiman fosse da ricercarsi solo nel suo protagonista, però, temo che 25 anni dopo non saremmo ancora qui a parlarne con così tanto amore. Il punto di Sandman è che intorno a Sogno sta un universo intero. Uno splendido, poetico (questa parola tornerà spesso, nel post, temo), colorato, bizzarro universo, fatto di epoche storiche diverse, personaggi noti, corvi che parlano, teste di zucca, cieli scurissimi, demoni e angeli (un indimenticabile Lucifero), storie e avventure.
Più importanti del resto, però, ci sono gli altri Eterni. Morfeo ha sei fratelli: Delirio (la mia sorella preferita, torno a parlarvi di lei dopo), Morte, Disperazione, Desiderio, Destino e il fratello perduto, Distruzione. Ognuno di loro è così incredibilmente perfetto nella resa da far commuovere. Funzionano in modo sbalorditivo, con i loro colori, i loro vestiti, le loro parole. Qualunque mente abbia creato queste figure non può essere una mente comune.
Cercare di spiegare alle persone i motivi per cui Sandman dovrebbe davvero entrare nella loro vita è difficilissimo. È come cercare di dar voce ai motivi di un sentimento.
'Perché ti sei innamorata proprio di quello lì?'
'Mah, non lo so, è bello, è buono, è intelligente...'
Potrebbero pure essere tutte motivazioni verissime, ma il sentimento è molto di più, e si fa forza proprio della sua irrazionalità. Non posso spiegarti perché amo, amo e basta.

E se amare vuol dire anche lasciar andare le proprie difese ed arrendersi all'evidenza, Sandman fa lo stesso. Il mio occhio non è abituato a disegni così datati, io arrivo da una storia di letture di fumetti molto più basici nella rappresentazione. Qua, se si accetta di uscire dalla propria comfort zone ci si ritrova con doppie pagine blu scuro, come la spettacolare immagine di una gigantesco Destino che cammina nel cielo, affascinantissimo con il suo libro e il suo cappuccio. Sono certa che se avete letto il fumetto avete ben presente di che pagina sto parlando.
Se si accetta di entrare in qualcosa di molto più complesso del convenzionale fumetto d'intrattenimento, l'esperienza è irripetibile. Bisogna dimenticarsi di come si fa a leggere per 'perdere tempo', perché qua l'arricchimento che se ne ricava è straordinario. Se questo impegno può spaventare, e lo capisco, ne vale assolutamente la pena.
Quello che vi deve spaventare più di tutto, però, sono i vostri sentimenti. Arriverete alla fine dei volumi con un coinvolgimento emotivo importante, e la fine sarà devastante. Io ne sono reduce giusto da qualche minuto, e non sto bene. Da un lato vorrei non averlo mai letto, per poterlo ricominciare ora con il cuore intatto e il cervello neutro, dall'altro avendone coscienza non vorrei mai più sottopormi ad uno sballottolamento emotivo così forte.
Quando si possiede una mente così vasta e vagabonda, come quella di Gaiman, non si riescono più a comprendere i confini tra i generi. Hai un'idea, la sviluppi, e finisci per travalicare qualsiasi etichetta. Sandman è fumetto, pittura, romanzo, racconto, scultura, cinema, poesia, arte. È un modo nuovo di vedere il mondo, le cose, le storie. Ed è un modo che influenza tutto il resto, coinvolge il modo di approcciarsi a ciò che ci circonda, stimola il cervello a creare, invita a lasciare libera la mente, ché il mondo del Sogno è libero e vagabondo.


Devo chiudere il file del fumetto, sul pc, e non mi va.
Chiuderlo vuol dire rientrare nel mondo reale, e niente sarà più all'altezza.

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